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Carte da gioco

Poco sotto a dei baraccamenti italiani in Adamello mi compaiono queste due carte da gioco riaffioranti dal ghiaccio, per mia fortuna ancora intere e ben conservate, probabilmente uscite dalla neve e dal ghiacciaio da poco.
La mancanza di libertà, la situazione di pericolo costante e la scarsità di spazio costringevano i soldati schierati in prima linea a cercare degli stratagemmi che consentissero di distrarsi dalla dura realtà e di risollevare il morale durante il tempo libero.
Come ci è stato tramandato dalle testimonianze di chi l’ha vissuta, la vita di trincea trascorreva in maniera monotona e snervante. L’ansia dei possibili attacchi nemici, le notti trascorse al freddo di rigidi inverni, le attese lunghe e interminabili sfiancavano i soldati e fiaccavano il morale delle truppe.
Chi stava in prima linea durante alcuni tra i più tristemente celebri conflitti della storia aveva molto tempo libero, che impiegava in attività solitarie o di gruppo. Durante la Prima guerra mondiale, molti soldati appostati nelle trincee di guerra giocavano a carte, organizzavano giochi d’azzardo, scrivevano lettere e cercavano altre forme di intrattenimento che li aiutassero a mantenere alto lo spirito.
Il poker era uno dei passatempi più diffusi tra i soldati che occupavano le trincee durante la Grande Guerra. In questi casi, le carte avevano anche uno scopo propagandistico. Quelle dei militari tedeschi, per esempio, raffiguravano scene di battaglia che avrebbero dovuto ispirare i combattenti, ma anche bizzarre caricature dei leader nemici.

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