dai monti della grande guerra
Ampezzo e la Grande Guerra
Una terra contesa e di confine.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale la conca Ampezzana, sotto il dominio asburgico da 400 anni, fu il fulcro di importanti e cruciali operazioni militari.
Qui la guerra arrivò a sfiorare il cielo con postazioni su vette temerarie simili a nidi d'aquila.
Gli Italiani, conquistando Cortina, avrebbero potuto raggiungere e prendere la Val Pusteria da almeno tre direttrici: la Val Travenanzes, l'alta valle del Boite con il passo Cimabanche e la Val Padeon attaversando il Passo Tre Croci.
Il 29 maggio 1915 le truppe italiane scesero dal Tre Croci e, senza sparare un colpo, presero Cortina.
Ma come mai?
Gli austriaci, le cui truppe erano composte prevalentemente da ampezzani che conoscevano bene le proprie zone, si erano spostati sulle cime a nord di Cortina:
il Lagazuoi, il Col dei Bos e il Castelletto, la Tofana di Rozes, lo sbocco della Val Travenanzes, il Son Pòuses, la Croda de r'Ancona, il Forame e il Cristallo.
In questa maniera detenevano il controllo diretto sulle loro valli, vedendo addirittura le proprie case dall'alto, nonchè permisero al paese di non essere raso al suolo in cruenti scontri fra eserciti.
Nel 1917 con la disfatta di Caporetto gli Italiani si ritirarono sul fronte Piave/Grappa, lasciando di nuovo Cortina in mano austriaca.
Nel 1918 però, con la vittoria e la fine della Grande Guerra, il dominio italiano si stabilizza e i confini si disegnano come li conosciamo oggi.
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